Monthly Archive for maggio, 2014

PATI Schio Valdagno: adozione


Schio, 7 aprile 2014

Pensare di riassumere in un breve intervento in Consiglio Comunale  il lavoro di cinque anni e volerne esprimere la valenza e i contenuti in modo esauriente è una missione impossibile. Per questo mi accontenterò di lanciare alcuni slogan che possano dare un’idea del contenuto di questa delibera e nel contempo lasciare agli atti una traccia di lettura politica ad uso, se lo vorranno, de i prossimi amministratori che dovranno procedere all’approvazione definitiva del piano e alla stesura del primo Piano degli interventi..

Tanti dati a disposizione di tutti

Sono stati prodotti tantissimi dati, tutti georeferenziati: geografici, urbanistici, geologici, geomorfologici, geolitologici, idrogeologici, agricoli, ecosistemici, agronomici, paesaggistici, ambientali, forestali, economici (6 GigaByte). Tutti questi dati sono disponibili in formati standard e organizzati in modo analogo per i due comuni: è, anche questo, un importante passo, non tanto piccolo come potrebbe sembrare, verso  l’integrazione dell’Altovicentino.

Cartografia e normativa collegate in modo naturale!

Il cittadino o il professionista, lo studente, il tecnico o il ricercatore,  possono identificare nella cartografia la porzione di territorio di suo interesse e trovare immediatamente riscontro nelle norme. Ha cosi immediata e completa descrizione dei vincoli derivanti dalle normative nazionali, regionali, provinciali e comunali, delle caratteristiche invarianti di natura storico monumentale, paesaggistica e ambientale, delle indicazioni relative alla fragilità del suolo, delle opportunità progettuali.

Finalmente il piano processo!

Già trent’anni fa, nella letteratura urbanistica italiana e veneta in particolare, si parlava di superare la rigidità dei piani regolatori con dei piani-processo alla francese (masterplan): finalmente ce l’abbiamo. Il PATI è un piano direttore con obiettivi, strategie, indicazioni e strumenti; il Consiglio comunale con il PI e le sue varianti potrà seguire passo passo lo sviluppo della città e del territorio con maggior flessibilità, tempi controllabili e cognizione di causa, aiutato anche dall’analisi sistematica della Valutazione Ambientale Strategica.  Dopo l’approvazione del PATI la gestione del territorio passerà effettivamente in mano al Consiglio Comunale senza bisogno dell’approvazione Regionale o Provinciale, ricordo che in passato abbiamo atteso anche due anni l’approvazione di una variante. Ad averne beneficio saranno molto aspetti, ma in primo luogo la possibilità di variare la classificazione degli edifici del centro storico che sta da tempo bloccando alcuni rilevanti interventi di recupero.

Il paesaggio è un caleidoscopio

Come evidenziato nel progetto preliminare: elemento centrale del PATI Schio-Valdagno è il paesaggio. Il paesaggio è qui inteso, non solo come un luogo eccellente da tutti riconosciuto, ma come porzione di spazio il cui carattere deriva dall’azione correlata dei fattori naturali e umani.  La qualità del paesaggio  è quindi fortemente correlata alla vocazione del luogo  e dal suo modo di abitarlo, non si tratta soltanto di panorami col grandangolo, ma piuttosto di un impiego attento della macrofotografia. Per l’analisi preventiva del PATI abbiamo  predisposto una scheda tipo georeferenziata per raccogliere le richieste dei cittadini, quelle che noi senza ironia chiamiamo “sogni”, la scheda comprende dati descrittivi, ipotesi progettuali e aspetti di categorizzazione. Le osservazioni al progetto preliminare e tante altre richieste scritte pervenute all’assessore e all’ufficio sono state catalogate in 130 schede, assieme ad altre 160 costruite sulle riflessioni dell’uffici e dei tanti colloqui con i cittadini. La compilazione e la sistematizzazione di queste schede ha permesso di gestire consapevolmente le singole istanze, ma ha permesso anche di farne scaturire una immagine comprensiva, proprio come accade nel caleidoscopio. Questa tipologia di gestione delle istanze è un’altra eredità, rilevante, che lasciamo alle prossime amministrazioni.

Crescere…. senza allargarsi!

Tutte le scelte del PATI, fissate nella cartografia e nelle norme, attuano l’indicazione precisa che ho colto dal consiglio comunale di non impegnare ulteriormente suoli, di “blindare” il margine della città consolidata, ma nel contempo di definire opportunità nuove di riabilitazione, ammodernamento, ricostruzione del territorio già edificato. Non è necessario consumare nuovi suoli per migliorare il potenziale di comunità, le dotazioni e l’articolazione dei servizi pubblici e privati.

Nuove forme di flessibilità, talune già sperimentate con successo col piano casa, e progetti di riqualificazione urbana , consentono ai nostri centri storici di superare il loro ruolo di testimone del passato e diventare monumenti di modernità rappresentativi  della dinamicità e dei sogni  degli  scledensi di oggi. Il centro storico di Schio è il cuore culturale, amministrativo, economico della città. In esso si rinnovano le relazioni sociali di senso e di valore tra gli abitanti. Il commercio fisso e il mercato sono attori attivi di trasformazione del tessuto fisico e sociale, essi contribuiscono in modo determinante a migliorare la qualità di vita degli abitanti.

Le aree di completamento e riqualificazione  nelle zone industriali e artigianali consentono insediamenti  vocati all’automazione, la meccatronica, i materiali innovativi, l’alta formazione tecnica, la bioedilizia e le energie rinnovabili.  Essere incubatore di nuova imprenditorialità è  caratteristica consolidata dell’Altovicentino  e fattore di attrazione per l’area. I progetti di valorizzazione commerciale e riqualificazione delle aree produttive generano valore e garantiscono la sostenibilità.

I quartieri non sono periferia se possono sviluppare elementi di identità e se emergono forme urbane rinnovate, ospitali, consapevoli, efficienti, vivibili e sicure.

Si può riseminare l’erba!

Con la configurazione che abbiamo dato all’istituto del credito edilizio, diventa realistica la possibilità di demolire gli edifici incongrui, riconvertendo porzioni di territorio alla vocazione agricola e ricomponendo l’integrità del paesaggio.  Con la configurazione che abbiamo dato all’istituto della perequazione urbanistica, il Piano degli Interventi potrà determinare tempi massimi per l’edificazione negli ambiti di espansione programmata e, quindi, eventualmente ripristinare l’indeficabilità.

Nuova città per nuovi abitanti

La città intelligente   dura nel tempo  perché improntata a criteri di sostenibilità. I suoi abitanti hanno ben chiaro  il concetto che l’interesse generale della comunità va messo al di sopra dell’interesse del singolo. Nella città intelligente si reinventano gli spazi di relazione per facilitare gli abitanti a sviluppare creatività e talento.

In particolare, il tema della formazione riguarda tutta la comunità e il campus è il suo cuore. E’ il luogo dell’agire cooperativo tra scuole, imprese, e  associazioni colturali, è ancorato all’identità attuale locale e aperto alla  dimensione europea. Termini ricorrenti nella relazione sono: tecnologia e innovazione, creatività, miglioramento continuo, sviluppo sostenibile, qualità ambientale, benessere e sport.

Il futuro viene da lontano

L’ex lanificio Conte è ora centro di innovazione e trasferimento tecnologico,  con gli Shed apre ulteriormente la prospettiva alla contemporaneità, alla creatività.  Palazzo Fogazzaro, Palazzo Toaldi Capra, Teatro Civico sono il centro di una cultura, non certo consumata, ma piuttosto partecipata e vissuta. L’acquisizione della Fabbrica Alta e del suo giardino, l’ex Asilo Rossi, sono una opportunità per valorizzare il nostro patrimonio industriale e per catalizzare l’intelligenza collettiva della città: sogniamo e progettiamo insieme la Schio del futuro.

Urbanistica partecipata = partecipazione urbana

In un momento in cui l’investimento pubblico si è notevolmente ridimensionato, il PATI ha l’ambizione di rappresentare un valido strumento per promuovere il protagonismo (anche economico finanziario) degli interessi diffusi, che popolano lo spazio della vita quotidiana e lo animano con la propria attività e con l’offerta di servizi determinanti per la vivibilità urbana. In particolare, il Masterplan della città pubblica di Schio, redatto durante la stesura del PATI, è un valido approccio per approntare  strategie nuove  di riqualificazione urbana  e valorizzazione del patrimonio pubblico, correlando il PI ai piani triennali degli interventi.  I risultati e la metodologia del Masterplan potranno essere di grande utilità nella redazione del PI e consentiranno di aprire spazi nuovi di partecipazione dei cittadini e delle associazioni ai temi di urbanistica e, in particolare, di riqualificazione urbana e progettazione della città pubblica.

 

Nuovi strumenti, per innovare la città e migliorare la qualità dell’abitare

L’applicazione intelligente degli istituti del credito edilizio e della perequazione consentono di far emergere il potenziale di comunità dei luoghi, far crescere la città pubblica contestualmente alla città privata, e riservare   una quota  equa di unità abitative convenzionate  per chi non ha casa .

I progetti di riqualificazione sono opportunità di intervento sugli spazi privati e pubblici, occasioni di rigenerazione, densificazione, riqualificazione, connessione e nuovi servizi. Consentono nuovi e qualificanti investimenti privati per valorizzare, strutture, luoghi e parti di città. Il PATI ne elenca già tredici, precisando per ognuno gli obiettivi, ma altri potranno essere suggeriti dai cittadini e dagli operatori economici e inseriti nel primo PI o nelle successive varianti.

Garantire il diritto alla mobilità

Tutti  devono potersi muovere, anche bambini ed anziani secondo necessità e in modo autonomo, con mezzi privati e pubblici. Una buona viabilità fluidifica il traffico veicolare, ma si preoccupa anche di sicurezza, riduzione dell’inquinamento acustico e atmosferico, della solitudine e dello stress.

Come accade in tanti paesi europei: +SICUREZZA (meno incidenti) +FLUIDITA’ (flusso dei veicoli meno irregolare) +BENESSERE (stile di guida moderato e meno inquinamento) +VITA (percorsi casa-scuola meno pericolosi,  pedoni e cicli più sicuri,  spazi pubblici più piacevoli e tranquilli).

In particolare in centro città strade e piazze riacquistano la loro funzione sociale, come  luogo di incontro e di socializzazione. La riduzione del traffico di attraversamento è contestuale alla riqualificazione di ambiti urbani anche  privati e di spazi pubblici.

I poli delle stazioni ferroviaria  e degli autubus hanno assunto un ruolo strategico fondamentale di interscambio (treni, bus, auto, bici) alle  porte del centro. Questo ruolo è rinnovato  attraverso progetti di riqualificazione e potenziamento dei servizi urbani.

Ponendo particolare attenzione alla qualità del paesaggio e alla funzione di accoglienza, le stazioni e i parcheggi a ridosso del centro, diventano le porte della città e le connessioni pedonali con il centro non solo sicure, ma anche piacevoli.

Garantire la campagna come bene collettivo.

Il parco agricolo è una riserva ambientale indispensabile per l’equilibrio biologico del territorio, è un modo di amministrare il territorio che rappresenta un’innovazione istituzionale con nuove regole indirizzate tanto alla salvaguardia ambientale, quanto alla promozione sociale, è un fattore di resistenza di fronte all’espansione della città diffusa. Il parco agricolo rappresenta l’insieme delle nuove relazioni tra città e campagna e soprattutto tra gli abitanti presi singolarmente e con le loro aggregazioni associative.

Città e collina nuove forme di attenzione.

In cartografica e in normativa sono presenti nuovi oggetti:  porte della montagna,  belvederi, sentieri. In particolare le porte della montagna sono spazi di sosta e informazione (anche digitale) dove lasciare l’auto ed iniziare una passeggiata a piedi, in bici o a cavallo, Sono luoghi per un pic nic o per un’attività di gruppo. Sono realizzati presso punti panoramici, in corrispondenza delle principali strade di accesso,  vicino alle emergenze di particolar pregio. In alcuni casi possono prevedere un centro visitatori e un’area sosta camper.

Un ambito territoriale omogeneo è dedicato al paesaggio di connessione tra sistemi (città e montagna), proprio per svilupparne la correlazione, alcuni standard a livello di PATI collocati in montagna dimostrano la necessità di una attenzione nuova per la qualità dell’abitare in montagna e demandano al PI per una più puntuale e diffusa programmazione.

Fiocchi rosa nelle contrade.

Gli insediamenti  diffusi   occupano un ruolo di grande interesse su tutta l’area collinare.  Nuovi strumenti normativi, in particolare talune applicazioni del credito edilizio, consentono condizioni più favorevoli al recupero del patrimonio esistente e creano  nuove motivazioni per realizzare opere atte a migliorare la qualità di vita in contrada.

 

La rivincita delle reti: viabilità, biciplan,  sentieristica, cablatura della città,  corridoi ecologici

Nel PATI, troviamo suggerimenti e direttive al PI, per attuare quegli obiettivi che da tempo perseguiamo:

connettere con fibra ottica e wifi gratuito tutti gli spazi pubblici a partire dalle scuole, i centri civici e gli spazi della cultura.

fornire connessione veloce alle imprese e alle famiglie, per consentire a tutti di raccogliere informazioni dal mondo, ma soprattutto per promuovere creatività e innovazione tramite l’agire comunicativo.

completare il biciplan per connettere i quartieri tra loro, in particolare con il centro, il campus e la zona industriale.

estendere le piste per connettersi con quelle dei comuni limitrofi e con nuovi percorsi per il tempo libero, in montagna e in campagna.

preservare la rete dei sentieri che connettono città e montagna

 

Autostrade verdi: realizzazione di una rete ecologica!

PTRC e PTCP hanno introdotto il tema dei corridoi ecologici che interessa anche il nostro comune.  Abbiamo colto l’idea e abbiamo creato una rete ecologica che penetra il territorio urbano e lo collega con le aree verdi circostanti. Le connessioni tra le aree naturali consentono il mantenimento degli habitat e della biodiversità. Percorsi per il tempo libero rendono fruibili gli spazi naturali, favorisco la connessione tra città, campagna e montagna.

Questa trama ecologica ci ha permesso di riconoscere le funzioni dei corsi d’acqua e degli spazi verdi attigui. Sono date al PI direttive che potranno aumentare la qualità di questi luoghi e la frequenza degli stessi.

La grande figura vegetale posta in mezzo alla città (castello, valletta, parco De Lellis) con ampie visuali verso le montagne diventa una vasta zona parco come spina pubblica di connessione tra gli spazi di servizio socio sanitario, la stazione autubus, la nuova area a servizi, il centro storico.

 

Acqua: bene di tutti!

Il PATI riserva particolare attenzione al tema dell’acqua affrontandolo da vari punti di vista: la fragilità idrogeologica, la ricarica della falda acquifera, la salvaguardia dei corsi d’acqua, torrenti o ruscelli che siano, la manutenzione degli argini, la valorizzazione dei corridoi fluviali.  Sono previste anche alcune indicazioni per migliorare e implementare la fruibilità dei torrenti inserendo rampe sentieri di discesa sul greto, passerelle pedonali, generatori di corrente elettrica, per migliorare lo spazio pubblico con interventi di riordino anche funzionale ed edifici-accessi (waterfront).  E’ confermato l’obiettivo di realizzare un laghetto lungo il percorso della Roggia come luogo di valenza paesaggistica, turistico ricreativa.

Qualità in ogni intervento: necessità imprescindibile. (urbanistico, edilizio)

Obiettivo del piano è quello di promuovere stili di vita  e di comportamenti,  fondati sul risparmio energetico e sulla sostenibilità ambientale.  E’ promossa l’architettura sostenibile, con attenzione ai materiali bioecologici, al riuso e riciclo, all’uso razionale delle risorse idriche ed energetiche, alla riduzione dei consumi, alla partecipazione qui intesa come coinvolgimento degli abitanti .

Ma il ruolo fondamentale di controllo di qualità è sostenuto dalla Valutazione Ambientale Strategica che determina le modalità di controllo degli effetti ambientali significativi del PATI e soprattutto della sua attuazione.  La VAS si innesta strutturalmente e metodologicamente nel sistema di gestione ambientale del Regolamento Emas che abbiamo predisposto già nove anni fa e che è ora diventato prassi di gestione a tutti i livelli.

E siamo ai ringraziamenti:

In primo luogo mi sento di dover dedicare un pensiero al dr. Fabio Mabilia, con lui abbiamo avviato il percorso che oggi ci ha qui condotto,  Fabio ha  gestito direttamente la stesura del Piano Preliminare, avrebbe dovuto firmare la delibera finale. A lui il nostro saluto affettuoso e il ringraziamento per il lavoro svolto nella nostra amministrazione in qualità di dirigente del settore urbanistico.

C’è poi da fare un lungo elenco di ringraziamenti a cominciare dagli uffici  di piano,  certamente quello di Schio guidato dall’Arch. Farida Cavedon, ma anche a quello di Valdagno e della Provincia. Ringraziamo i dirigenti che si sono alternati alla guida dell’urbanistica e dell’edilizia in questi anni di gestazione del piano, e tutto il personale coinvolto per i vari aspetti (edilizia, comunicazione, viabilità, ambiente, segreteria). Ringraziamo tutti gli esperti esterni  che hanno svolto con competenza e professionalità il loro incarico fornendo risposte anche alle richieste, non sempre consuete, della nostra amministrazione. Tra questi, ricordiamo espressamente il prof. Dolcetta che è stato riferimento essenziale per l’applicazione della normativa regionale e la coerenza con i PRG vigenti dei due comuni e i tecnici del CAIRE impegnati nella VAS e nel Masterplan della città pubblica. Ringraziamo anche sentitamente il personale degli enti preposti al rilascio di pareri di conformità che hanno rilasciato i loro pareri con ampio anticipo rispetto ai tempi a loro disposizione.

Per ultimi in questo elenco, non certo per l’impegno profuso, ringraziamo i commissari della terza commissione che hanno avuto il tempo e la pazienza di seguire passo passo la progressiva stesura del piano, entrando nel vivo delle questioni con approccio tutt’altro che superficiale e portando in questo modo preziosi contributi.